Infortuni e malattie professionali nel settore “trasporti e magazzinaggio”
Trasporti e magazzinaggio: analisi dei dati anno 2020
15/11/2021
Oltre agli infortuni, le patologie che colpiscono più frequentemente i lavoratori del settore trasporti sembrano essere dovute principalmente alle attività tipicamente collegabili alla movimentazione di carichi, a sforzi prolungati, posture non corrette
Nel 2020, fortemente influenzato dalla pandemia da Covid-19, le denunce di infortunio sul lavoro nel trasporto e magazzinaggio sono state 29.254, in netto calo rispetto al 2016, quando si contavano oltre 43mila casi (-32,1%), ma anche rispetto al 2019 (-25,8%). Nello stesso anno, però, i casi mortali sono stati 165, in aumento di una trentina di casi dal 2016 (+23,1%) e di una cinquantina dal 2019 (+41,0%). A fare il punto della situazione su questo settore molto variegato, che dà lavoro a circa 1,2 milioni di persone e comprende una serie di attività eterogenee – dal trasporto terrestre e mediante condotte, marittimo e per vie d’acqua, al trasporto aereo, sia di merci sia di passeggeri, e include anche i servizi postali e di corriere, il magazzinaggio delle merci e le attività di supporto, dalla gestione di strade, stazioni di autobus e parcheggi alla movimentazione delle merci – è il nuovo numero del periodico Dati Inail, curato dalla Consulenza statistico attuariale dell’Istituto.
In un terzo delle morti coinvolto un mezzo di trasporto. La quota di infortuni in itinere, avvenuti cioè nel percorso di andata e ritorno tra la casa e il luogo di lavoro, rappresenta il 13% circa sia per il complesso delle denunce che per i casi mortali, mentre gli infortuni con coinvolgimento di un mezzo di trasporto, in occasione di lavoro e in itinere, costituiscono il 18% delle denunce e poco più di un terzo dei casi mortali. L’80% degli infortuni del settore sono denunciati dagli uomini, con i servizi postali e di corriere come unico comparto in cui la quota femminile (51%) supera quella maschile.
La distribuzione territoriale. Quasi sei infortuni su 10 avvengono nel Nord (58,7%), il resto è ripartito tra Centro e Mezzogiorno. Prendendo in considerazione solo i decessi, però, aumenta la quota di casi nel Mezzogiorno, in particolare nel Sud, che dal 14,5% di denunce passa al 26,1% dei morti sul lavoro, e si riduce quella del Centro, dal 20,7% di denunce al 13,3% dei decessi. Le regioni che in valore assoluto registrano il maggior numero di infortuni sono la Lombardia (18,0%), l’Emilia Romagna (12,8%), il Veneto (10,9%) e il Lazio (9,3%). Con più di una vittima su quattro, la Lombardia è prima anche per i casi mortali, seguita da Campania (13,3%), Veneto (10,9%) e Piemonte (9,7%).
Con lo stop delle attività rallentano anche le malattie professionali. I dati dell’Inail confermano anche la pericolosità del settore dei trasporti in termini di malattie professionali, collocandolo al quarto posto per numero di patologie denunciate dopo il manifatturiero, le costruzioni e il commercio. Nel quinquennio 2016-2020, se si considerano solo i casi cui è stata assegnata la classificazione Ateco, i trasporti hanno registrato mediamente il 7,7% del totale delle malattie professionali protocollate dall’Istituto, passando dai 2.713 casi di inizio periodo (8,2%) ai 1.989 del 2020 (7,6%), anno in cui si è registrata una consistente diminuzione rispetto all’anno precedente (-26,0%) dovuta principalmente alla chiusura delle attività produttive.
Le dorsopatie al primo posto tra le patologie più diffuse. Le patologie che colpiscono più frequentemente i lavoratori del settore trasporti sembrano essere dovute principalmente alle attività tipicamente collegabili alla movimentazione di carichi, a sforzi prolungati, posture non corrette o incidenti stradali. Le dorsopatie, riconducibili ad affezioni a carico dell’apparato della colonna vertebrale, rappresentano infatti il 48,3% del totale riferito al 2020, seguite dai disturbi dei tessuti molli con il 26,8%, dai disturbi dei nervi con il 7,2% e dalle artropatie con il 4,7%. Altre malattie, pur incidendo per il rimanente 13,0%, non pesano in modo rilevante se considerate singolarmente.
FONTE INAIL