Gestione rifiuti aziendali: come funziona e come farla correttamente

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Sistemi di gestione

Gestione rifiuti aziendali: come funziona e come farla correttamente

La gestione rifiuti aziendali è un’attività seria che non bisogna sottovalutare. Tutte le aziende, chi in misura maggiore e chi in quantità ridotte, producono dei rifiuti che vanno smaltiti in modo sicuro e rispettoso verso l’ambiente.

Una gestione ottimizzata dei rifiuti non porta solo vantaggio all’ambiente, ma anche all’azienda che può ridurre i costi di stoccaggio e il rispetto degli obblighi di legge.

Obblighi e responsabilità dell’azienda nella gestione dei rifiuti

Partiamo col dire che la legge indica come rifiuto qualsiasi sostanza o oggetto di cui il detentore si disfi o abbia intenzione di disfarsi. (D.Lgs 152/2006 Norme in materia ambientale).

 I rifiuti vengono a loro volta divisi in pericolosi e non pericolosi in base all’impatto che potrebbero avere sull’ambiente e sull’uomo. Si distinguono poi rifiuti speciali e urbani, indicando la loro origine: i primi derivano da attività agricole, edili, artigianali, di recupero e molto altro; i secondi sono quei rifiuti che i privati producono nelle loro case o nei luoghi pubblici.

Il produttore è colui che compone e genera i rifiuti. Nel caso che stiamo trattando, coincide con l’azienda.

L’azienda ha 3 responsabilità principali per la corretta gestione dei rifiuti:

  • caratterizzare il rifiuto. L’azienda deve raccogliere dati sulla tipologia di rifiuti che produce e anche sulle quantità, da quale settore provengono e come devono essere trattati;
  • controllo delle autorizzazioni del trasportatore. Il ruolo del produttore non si esaurisce solo alla classificazione del rifiuto e alla sua consegna nelle mani di chi se ne occuperà. Egli deve accertarsi, attraverso la documentazione che accompagna il rifiuto, del buon esito del trasporto verso l’impianto di smaltimento finale. Questo è possibile tramite la “quarta copia” del formulario, ovvero il documento che chiude il ciclo di gestione del singolo rifiuto;
  • accertarsi del rispetto delle norme in tutto il processo e dell’educazione del personale in tema di gestione dei rifiuti. In particolare, è importante che i rifiuti depositati temporaneamente prima del trasporto siano gestiti in sicurezza, etichettandoli nel caso si tratti di sostanze pericolose, avviando il trasporto con una certa frequenza e raggruppandoli per categorie omogenee.

 

Attribuzione del codice CER

I rifiuti vengono classificati attraverso l’attribuzione di un codice a sei cifre detto CER che consente di riconoscerlo e procedere con il corretto smaltimento.

Come si attribuisce il codice CER a un rifiuto? Attraverso dei criteri presenti nell’Elenco dei Rifiuti contenuti nel D.Lgs 152/2006, come la provenienza del rifiuto, la concentrazione di sostanze in esso o la presenza di componenti dannose per l’ambiente ecc.

Per riconoscere il codice CER e individuare così il rifiuto, bisogna procedere con una serie di analisi obbligatorie:

  1. conoscenza del processo chimico con cui viene generato il rifiuto
  2. campionamento del rifiuto
  3. determinare i pericoli connessi al rifiuto attraverso le fonti informative europee e internazionali
  4. test sulle concentrazioni di sostanze per stabilire se esse comportino dei rischi per l’ambiente e l’uomo.

 

Verificare autorizzazioni per trasportatori e impianti

Il produttore deve accertarsi che trasportatori e impianti individuati siano autorizzati a gestire il rifiuto con codice CER che gli interessa, verificandone le autorizzazioni.

Inoltre, come già accennato, è il produttore stesso che deve accertarsi della corretta procedura di smaltimento dei rifiuti, attraverso il formulario di identificazione. Questo documento è la “quarta copia” di cui parlavamo prima. Viene indicato con questo termine in quanto è redatto in quattro copie: la prima  è a carico del produttore del rifiuto, mentre le altre due vengono compilate dai trasportatori e dagli impianti di gestione dei rifiuti. La responsabilità, in tutto questo processo, resta del produttore in quanto, entro 90 giorni dalla data di inizio trasporto, la quarta copia torna a essere di suo possesso e quindi è lui stesso che deve verificare che sia avvenuta la corretta gestione dei rifiuti.

In questo documento, quindi, sono riportate tutte le fasi di gestione del rifiuto, la sua produzione, le informazioni qualitative e quantitative su di esso, il suo trasporto e l’arrivo all’impianto di smaltimento.

Come essere in compliance con la gestione dei rifiuti aziendali

Quando si procede con la valutazione dei rifiuti e di tutte le fasi di smaltimento, serve particolare attenzione per rispettare l’ambiente, evitare costi eccessivi di gestione e anche pesanti sanzioni.

E’ necessario svolgere un audit approfondito in azienda per riconoscere ogni dettaglio sulla produzione dei rifiuti: chi sono i ruoli e i settori coinvolti, quali sono le attività e le lavorazioni svolte, che tipo di rifiuto si produce e quale sia il suo impatto sull’ambiente.

Spesso le aziende si rivolgono a Enti di Consulenza specializzati nella gestione della sicurezza sul lavoro e tutela dell’ambiente per poter gestire al meglio la produzione e lo smaltimento dei rifiuti senza superare il budget o tralasciando degli obblighi importanti.

La gestione dei rifiuti aziendali non è un’attività fine a sé stessa o un semplice obbligo voluto dalla normativa vigente. Si tratta di un modo per produrre valore, risparmiare e per rafforzare l’immagine aziendale agli occhi di fornitori, collaboratori e clienti.

Quindi, se sei un’azienda che necessita di un miglioramento in termini di gestione di rifiuti, che vuole verificare la compliance o in fase di avviamento, scegli di affidarti a degli esperti e non tralasciare alcun obbligo riguardo l’importante argomento dello smaltimento dei rifiuti.

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